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Forum Romania Inedit / Filme clasice - Old Movies / Fantasmi A Roma (1961) Moderat de 80Inanna, Silva, bibescu, bronson
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Mesaj Pagini: 1
lauvoi
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Fantasmi A Roma (1961)
Italian | Subtitle: None | 01:37:04 | 544x320 | PAL (25fps) | XVid | Audio MP3 | 64kbps | 671 MB
Genre: Comedy/Fantasy

Con M.Mastroianni, E.De Filippo, S.Milo, V.Gassman Insieme con quattro fantasmi (larve d'antenati morti di morte violenta), vive in un antico palazzo della vecchia Roma il principe di Roviano. La singolare convivenza trascorre con reciproca e tranquilla comprensione fino al giorno in cui il vecchio principe, tentando di ripararlo, fa esplodere uno scaldabagno e ne rimane vittima. L'incidente, se da un lato offre la possibilità all'anziano gentiluomo di congiungersi in spirito ai diletti antenati, pone dall'altro le premesse d'una preoccupante minaccia per tutti: quella dello sfratto. Federico Roviano, nipote del principe, non chiede infatti di meglio che sacrificare il palazzo dei Roviano alla speculazione edilizia, traendone quel lauto guadagno a lui necessario per affrancarsi dalla schiavitù, soprattutto economica, che lo lega a Rossana, un'attrice pettegola e festaiola. Per allontanare la minaccia del piccone demolitore occorre che l'antico palazzo venga proclamato monumento nazionale. Subito gli eterei inquilini ricorrono all'aiuto di un pittore cinquecentesco, Caparra,che abita una vecchia torre dell'Appia Antica. La promessa di ospitalità nell'antico palazzo induce il pittore a dar mano ad un affresco che però, scoperto da un intenditore, viene giudicato di trascurabile importanza, con vergogna del Caparra e disperazione degli altri. Ma i fantasmi non disarmano: san bene come vanno le cose, in questo mondo.Oliato a dovere col congruo anticipo ricevuto da Federico, il critico d'arte modifica il suo giudizio e l'affresco si trasforma in opera insigne. Il palazzo è dunque intoccabile.Rassegnato all'abbandono di Rossana, Federico s'acconcerà ad abitare nella dimora degli avi ed a poco a poco, circondato da quelle invisibili presenze, si costruirà un'esistenza sempre più somigliante a quella serena e dolcemente folle del defunto principe.


Regia: Antonio Pietrangeli

Sceneggiatura: Sergio Amidei Ennio Flaiano Ennio Flaiano Ruggero Maccari Ruggero Maccari Antonio Pietrangeli Antonio Pietrangeli Ettore Scola Ettore Scola

Fotografia: Giuseppe Rotunno

Cast: Marcello Mastroianni Belinda Lee Sandra Milo Eduardo De Filippo Claudio Gora Tino Buazzelli Franca Marzi Ida Galli Lilla Brignone Claudio Catania Michele Riccardini Enzo Cerusico Nadia Marlowa Luciana Gilli Enzo Maggio Graziella Galvani Antoinette Weynen Grazia Collodi Antonella Della Porta Elvira Tonelli Bruno Scipioni Anna Maria Di Pace Duilio D'Amore Mario Maresca Vittorio Gassman Alberto De Amicis

Produzione: Franco Cristaldi

Colonna Sonora: Margherita Ferrone

Montaggio: Eraldo Da Roma

Recensione: Come giustamente afferma il Dizionario Morandini (Laura, Luisa e Morando Morandini - Dizionario dei film - Zanichelli), sono il distacco e l'eleganza le caratteristiche essenziali di questa preziosa opera cinematografica, una favola surrealistica costruita su una sceneggiatura brillante e spiritosa co-firmata da uno dei più grandi autori satirici del nostro teatro e della nostra letteratura: Ennio Flaiano.
Il film è una commedia fantasy (un genere di scarso riscontro nel nostro cinema passato e recente) condita di trovate comiche eccellenti, di sentimenti semplici e di alcune grandi ma discrete interpretazioni, come quella di Eduardo De Filippo, dell'indimenticato Tino Buazzelli, di un simpaticissimo Vittorio Gassman e di un esuberante Marcello Mastroianni, che qui arriva a ricoprire contemporaneamente tre ruoli diversi.
Il film, nella sua preziosità e nella sua eleganza risulta praticamente dimenticato e subisce il destino del suo regista Antonio Pietrangeli, schiacciato in quel periodo tra i successi della commedia all'italiana (alla quale il film è estraneo per i canoni di genere), il cinema visionario di Federico Fellini e i temi esistenziali della incomunicabilità e della alienazione tipici di altri registi di quel periodo.
Come afferma una monografia dedicata al regista romano, morto prematuramente a Gaeta nel 1968 durante le riprese di Come, quando, perché, Antonio Pietrangeli è stata un'invisibile presenza che ha attraversato il cinema italiano degli anni Sessanta.
È essenzialmente una favola dal lieto fine, narrata con toni educati e garbati, nella quale semplici figure di intraprendenti fantasmi, dai tratti fin troppo umani e macchiettistici, si contrappongono a venali e grossolani speculatori. Il bene vincerà su tutti i fronti e la visione, non troppo impegnativa, lascerà il posto ad un sano senso di divertimento teatrale, adatto anche ai più piccoli, nonostante le simpatiche esuberanze del Caparra.
Bella la descrizione di una Roma esoterica e minimale, ottima la fotografia di Giuseppe Rotunno, geniale l'idea di rendere i fantasmi bianchi e maiolicati, come scriveva Pestelli nella su critica su La Stampa nel 1961.


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